Antonio da Gioia del Colle (in provincia di Bari) ci manda la sua foto mentre sorseggia il Caffè decaffeinato del Moro che definisce nientepopodimeno che buonissimo!
Così buono che non se ne può fare a meno per un minimo di 4 volte al giorno: non starà esagerando?
D’accordo che non bisogna mai eccedere ma il caffè decaffeinato – soprattutto rispetto a quello “tradizionale” o, come dicono praticamente tutti, a quello “normale” – può esser bevuto un numero superiore di volte proprio perché ha pochissima caffeina: proprio così, non è vero che ne è privo ma solo che il caffè decaffeinato contiene caffeina in piccolissima percentuale, il cui valore massimo (in Europa) stabilito è dello 0,1% all’interno di ciascun chicco di caffè.
Tutto ciò lasciando godere del sapore ed aroma tipici dell’espresso classico (con caffeina).
Il Caffè del Moro è il nome con cui la casa produttrice, l’austriaca Julius Meinl, lo commercializza in Italia (anche come Caffè decaffeinato del Moro, ovviamente).
Il simbolo del caffè (e della stessa società) è una testa di bambino moro con il tradizionale fez rosso sulla testa disegnato nel XIX secolo dall’artista austriaco Joseph Binder: è un simbolo antico, infatti la Julius Meinl AG venne fondata proprio dal Sig. Meinl a Vienna nel lontano 1862.
Simpatico ricordare che i caffè Meinl appaiono in molte puntate del telefilm della serie “Il commissario Rex” girato proprio nella capitale austriaca.